di redazione [user #116] - pubblicato il 21 marzo 2024 ore 09:20
Lo Airchild Six Sixty si rifà a un rack storico per i compressori da studio e ne ingabbia sound e approccio in uno stompbox con sole quattro manopole a bordo.
Dal revival del funk alle nuove tendenze del chitarrismo ultra-moderno, il compressore sta ricoprendo un ruolo sempre più di rilievo nella strumentazione dei chitarristi. Poter contare su un circuito performante e facile da regolare è fondamentale se non si ha troppa confidenza con la categoria, e in soccorso vengono progettisti come J Rockett con progetti rivisitati come l’Airchild.
Lo stompbox si ispira al Fairchild 660, compressore valvolare da studio risalente al 1959 e usato - tra gli altri - negli Abbey Road Studios anche all’epoca della celebre sessione con protagonisti i Beatles.
Il rack è oggi un oggetto del desiderio per gli appassionati di strumentazione analogica con quotazioni sul mercato dell’usato fino a 100mila dollari, facendone uno dei processori più costosi di sempre. La controproposta J Rockett, naturalmente, è assai più accessibile. Pur restando nel campo degli effetti boutique, il pedale offre un’interfaccia semplificata, rivolta al chitarrista, e un prezzo sul cartellino accessibile.
Tutte le regolazioni ruotano intorno a quattro manopole.
Output gestisce il volume generale ed è utile a compensare il valore di Threshold, che gestisce la quantità di compressione applicata al segnale.
Blend miscela il risultato al suono diretto, così da trovare il giusto equilibrio con l’attacco e la reattività naturale dello strumento.
Tone gestisce un’equalizzazione di tipo tilt, che accresce gli acuti diminuendo i bassi quando si ruota in senso orario e facendo l’opposto quando si va in senso antiorario.
Incisivo nell’effetto di compressione, ma rispettoso del timbro originale, lo Airchild si rivela utile anche come strumento di tone-shaping. Output e Tone lavorano anche con il blend al minimo, così da sfruttare il circuito come un booster o un enhancer di frequenze per vivacizzare il segnale senza necessariamente lavorare di compressione.
Come da tradizione J Rockett, l’Airchild sfoggia una costruzione solida e affidabile, con la compattezza dei jack posizionati sulla parte alta dello chassis e con uno switch true bypass.
Sul sito è visibile a questo link, mentre in Italia è disponibile con la distribuzione di Face.