Ventiquattro anni fa oggi si allontanava Fabrizio De André. A soli cinquantotto anni aveva già consumato tutta la sua vita a un ritmo impossibile, tra alcol, musica, sigarette, pastiglie, notti insonni e tormenti esistenziali. Il racconto di un incontro di tanti anni fa e la segnalazione della "Cantata anarchica", in tante città, per ricordarlo insieme.
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Roberto Bettelli e Volonté proseguono la loro collaborazione e questa volta si concentrano su un vero gigante. Diciassette tra i migliori brani di De André trovano posto all’interno di un manuale completo di tablature adatto sia per chi si vuole cimentare con le corde in nylon che con l’acustica.
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Addentrarsi nella musica etnica, anche se di origine italiana, non vuol dire affrontare solo nuovi suoni, ma modi del tutto differenti di approcciare armonie e melodie. "Creuza De Ma" di Fabrizio De André ne è un esempio eclatante. La trasportiamo su chitarra acustica con i consigli di Paolo Pilo. Continua...
EdoFrasso scrive: Questo è il mio personale piccolo tributo ad uno degli artisti più ispiranti per la mia piccola mente. Nessuno scopo, nessun motivo. Ricordare fa sempre bene. Continua...
EdoFrasso scrive: Questo è il mio personale piccolo tributo ad uno degli artisti più ispiranti per la mia piccola mente. Nessuno scopo, nessun motivo. Ricordare fa sempre bene.&via=Accordo.it" target="_blank">
In tu rimenta (�come dicono a Genova)... Metti il disco e senti le prime note, inconfondibili, di �Bocca di Rosa�, quella della versione PFM, poi mai più rinnegata, La voce, non ci sono dubbi, è quella di Fabrizio. Così come la canzone successiva �Il giudice� non può ingannarti. È sempre lei e sempre nella versione dei concerti con la PFM. Ma pensa un po� c�è quasi tutto quel disco! Più o meno nello stesso ordine: quando finisce �Maria nella bottega del falegname�, inizia quasi senza interruzione �il Testamento di Tito�. Ah, ma �Don Raffaè � non è stata scritta dopo? E pure Creuza� Continua...
Dal buio di questa notte profonda, dove mastico terra e vermi, dove il mio sguardo non vede più in la' della mia mano e non c'e' nessuna chitarra a prolungare e a dare un senso a queste mia dita inerti; dal profondo di questa fossa canto canzoni che non han parole per gente che non sa ascoltare. Canto con Luigi che mi fa basso profondo, con Domenico che urla gli acuti; Janis e Jim ai cori e alla seconda voce, Brian e Rick suonano il basso, Jimi impazzisce alla solista, Doug doma la fisarmonica impazzita e al piano ci accompagna John. Fred, come sempre, e' addetto ai whisky (facili?) La sentite? Questa voce più bassa della mia che sale sul finale? E' Elvis, non poteva mancare. A bocca chiusa o fischiando ci seguono le voci di tutti gli eroi scomparsi senza lasciare
tracce. Continua...